Recensione | "I cristalli di Hymim"



Buona domenica lettori e benvenuti, o bentornati, sul mio blog! 👋
Finalmente torno da voi con una recensione che aspettava da tanto, con un libro che ha atteso pazientemente sulla mia libreria fino ad una settimana fa: “I cristalli di Hymim” di Roberta Trupia, un'autrice italiana gentilissima che ha deciso di inviarmi una copia del suo libro per una collaborazione.
Ne approfitto per chiedere ancora scusa del ritardo ma, da lettrice, so quando il momento è più o meno adatto alla lettura di un determinato libro ed è solo per questo che ci ho messo così tanto.
Ma non indugiamo oltre e partiamo immediatamente con la scheda informazioni:







Titolo: I cristalli di Hymim
Autrice: Roberta Trupia
Casa Editrice:
Europa Edizioni
Prezzo:
19,90
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2017 
Numero di pagine: 612















In un mondo dove la lotta tra Bene e Male è rappresentata dalla guerra tra Draghi e umani, Zaphkir e Ulin sono ai vertici delle due fazioni.
Entrambi combattono per la propria sopravvivenza: mentre la prima, intrappolata da un incantesimo nel corpo di una ragazzina, deve imparare a difendersi dagli Ordini che vorrebbero lei e la sua razza morti, l'altro deve invece prendere il suo posto nella Cerchia di Norg, un'organizzazione nota proprio per estrarre l'Essenza di Drago che gli permetterà di vivere come ogni altro essere umano.
Ma chi stabilisce quale sia una giusta causa?
Quando il confine tra bene e male è così labile, chi è l'eroe e chi il cattivo?




“È il cuore che ci tiene in vita...
è il cuore che ci dà la vita.
Non dimenticarlo.”


 Immagine correlata





Il dualismo tra Bene e Male è un argomento che continua ad affascinarmi nonostante porti spesso a cliché e delusioni. Malgrado ciò, non smetto mai di fiondarmi sulla maggior parte dei libri che presentano questo tema.
I cristalli di Hymim” è proprio una di quelle storie che mi avrebbero convinta ad acquistarlo se me lo fossi trovato di fronte in una libreria: non solo per questo divario che, come ho già detto, trovo estremamente interessante ma anche per il contesto fantasy piuttosto attraente che la Trupia ci ha presentato.
Non sono solo gli uomini comuni e i Draghi a vagare su questa Terra ma anche Fate, Cavalieri e Maghi, tutti collegati tra loro in un ordine gerarchico perfettamente stabilito.
È forse questo l'elemento che, durante la lettura, mi ha più colpita.
Nonostante sia la sua prima opera, Roberta Trupia ha ideato un'organizzazione completa (composta da forza, intelligenza ed esperienza) e perfettamente credibile con i suoi limiti e le sue regole.
A capo della Cerchia di Norg c'è il personaggio che mi ha stupita più di tutti: Lord Gideon. Tutti lo temono per il suo essere un combattente violento e senza pari ma è stato il suo lato più umano a farmi affezionare a lui nonostante non possa essere considerato di certo uno stinco di santo.
Nonostante sia il più terribile dei Cavalieri, Gideon è anche un marito ed un padre che ha quasi perso tutto a causa dei Draghi e per questo i suoi modi risultano spesso iperprotettivi o assurdi ma non per questo incomprensibili.
I cristalli di Hymim”, soprattutto grazie a questo personaggio, ci pone di fronte ad una domanda ben chiara: cosa saremmo disposti a fare per salvare la vita delle persone che amiamo?
Mentre le azioni di Lord Gideon sono ben chiare, ad essere avvolto da un velo di mistero è, invece, un altro personaggio che mi ha molto incuriosita: Achert, il vecchio eremita che si prenderà cura di Zaphkir nella sua forma umana.
Apparentemente gentile e saggio, l'uomo ha però un oscuro passato a gravargli sulle spalle.
Cosa gli è successo per dover vivere nascosto da tutti e soprattutto perché ha deciso di allearsi proprio con gli spaventosi Draghi?
Devo ammettere che i vari flashback che lo riguardavano mi hanno davvero rapita anche se la loro non-completezza mi hanno lasciata davvero frustrata. Volevo sapere tutto subito!
Ho molto apprezzato, però, anche il suo presente ed in special modo il rapporto con Zaphkir, così sincero e paterno, che l'ha spinta a diventare una persona indipendente addirittura da lui che dovrebbe essere il suo maestro e protettore.
Ed è solo grazie ad Achert, inoltre, se Zaphkir stringerà amicizia con un gruppo di giovani ladruncoli le cui personalità hanno sicuramente dato colore ad una storia in caso contrario piuttosto cupa.
Man mano che procedevo con la lettura, ho notato una cosa assai strana: ad affascinarmi maggiormente sono stati più i personaggi secondari che i principali e questo perché non sempre riuscivo a comprendere ed immedesimarmi nei comportamenti di Zaphkir ed in special modo in quelli di Ulin.
Mentre la prima ha semplicemente un'indole istintiva ed a tratti capricciosa, il giovane Lord è semplicemente un indeciso.
Questo si evince anche dal rapporto con i suoi amanti che mi hanno entrambi delusa: avevo trovato molto carina sia l'idea di un imprinting tra lui e la fata Betulla (nonostante non riuscissi a non vederli se non come semplici amici e mi dispiacesse in realtà per lei, costretta ad aspettare che il suo amore venisse ricambiato) sia la scelta di inserire una coppia omosessuale grazie alla passione che lega Ulin all'istruttore Trysis. Entrambe le opzioni hanno però finito per annoiarmi (anche se trovavo questa seconda opzione sicuramente più ragionevole).
Anche se inizialmente provavo tenerezza per la fata, col tempo ho iniziato a tollerarla sempre meno per la sua incoerenza: mentre da una parte ripeteva di capire il bisogno di Ulin di stare da solo, dall'altra parte coglieva sempre l'occasione per ammaliarlo con il suo corpo, dimenticandosi delle necessità emotive del giovane Lord.
Solo quando si trovava nella sua solitudine, riuscivo a sentirmi più vicina al protagonista perché rappresentava perfettamente un ragazzo troppo giovane per il mondo oscuro in cui è costretto a vivere e soprattutto per la missione che deve ancora affrontare.
Ma adesso andiamo oltre e concentriamoci sulla narrazione.
Anche in questo caso, ahimè, devo ammettere di aver trovato sia degli aspetti positivi che negativi: devo fare i miei complimenti all'autrice per aver creato un worldbuilding complesso e credibile in ogni dettaglio. Non mi aspettavo, inoltre, la presenza di descrizioni così fitte ed incredibilmente fotografiche. Ma se da una parte ho molto apprezzato questo elemento (perché mi ha permesso di immaginare senza il minimo sforzo ambienti e situazioni) dall'altro ho trovato alcune descrizioni e scene molto pesanti, rallentando l'opera e perdendo di scorrevolezza.
A volte i miei occhi cadevano, senza volerlo, in basso alla ricerca di un discorso o di una frase che spezzasse la descrizione!
Questa pesantezza è stata influenzata, a parer mio, anche dal formato in cui l'opera è stata stampata poiché priva di capitoli e/o parti. Il semplice spazio tra i paragrafi non è stato abbastanza per me!
Sempre riguardo la narrazione, inoltre, ho notato che da un certo evento in poi quest'ultima è diventata man mano più confusa.
Mentre inizialmente i punti di vista di Zaphkir e dei membri della Cerchia venivano alternati in maniera piuttosto ordinata, all'improvviso la storia si è concentrata solo su Ulin riprendendo le vicende della coprotagonista solo nelle ultime pagine (ritornando, poi, da dove l'avevamo lasciata anziché fare un salto temporale come invece mi sarei aspettata per giustificare la sua lunghissima assenza). Avrei preferito di gran lunga che le due visioni continuassero ad alternarsi fino ad arrivare ad un ultimo colpo di scena che mi avrebbe fatta sobbalzare!
In questo modo, invece, ho trovato il finale piuttosto piatto nonostante si evinca perfettamente che da entrambe le parti la storia non può dichiararsi chiusa.
Alla fine dei conti, però, ammetto di aver trovato la storia ben strutturata (anche se con qualche problema di organizzazione dei capitoli) ed interessante, con un worldbuilding intelligentemente costruito e credibile.
Per questo, nonostante i difetti di redazione, le “pecche” di cui vi ho parlato ed anche per il desiderio che avevo di essere colpita maggiormente dal punto di vista emotivo, ho deciso di lasciare a “I cristalli di Hymim” ben 3,5/5 ⭐.
Ed ora sono solo molto curiosa di sapere cosa avranno ancora da offrirci Zaphkir e Ulin!




Grafica: 2,5/5 ⭐. La cover è molto bella e rappresenta perfettamente la storia narrata. L'unico vero problema è la redazione. Il libro non è composto né da parti né da capitoli. Ci sono solamente delle pause tra un paragrafo e l'altro e, parer mio, questo rende la lettura più pesante.
Prezzo: 3/5 ⭐. A livello di pagine, sicuramente il libro merita un prezzo più elevato ma per via della redazione, dei tanti errori non corretti ed in generale per la grafica interna, credo che venti euro siano assolutamente troppi.






E questo è tutto ciò che potevo dirvi riguardo all'opera di Roberta Trupia a cui tengo ancora una volta a dire grazie per l'opportunità e la fiducia riservatami.
Spero che la recensione vi abbia incuriositi e che darete un'opportunità a questa giovane autrice che di certo ha molto da offrire al panorama fantasy italiano!
Dopo averne parlato con lei, inoltre, sono venuta a conoscenza che esistono ancora pochissime copie cartacee (che potete trovare su Amazon) in quanto la scrittrice è alla ricerca di una nuova casa editrice per la sua opera (e per il futuro seguito).
Potete trovare però "I cristalli di Hymim" anche in ebook nel caso vogliate approcciarvi anche voi a questo mondo e ai suoi protagonisti!
Auguro buona fortuna all'autrice, con tutto il cuore, e spero davvero di poterla risentire presto con la notizia di un nuovo libro.
A tutti voi, invece, auguro naturalmente buona domenica e tante bellissime letture!
Alla prossima settimana ❤


-Emme







Commenti

Post più popolari