Recensione | "Una sana follia"


Salve lettori, buona domenica delle palme e ben tornati qui sul mio blog! 💓
Come vi avevo già annunciato venerdì (quando, se ve lo siete persi, ho recensito “Zia Mame” di Patrick Dennis), oggi torno da voi con una nuova recensione interamente dedicata a “Una sana follia”, un romanzo di Gaetano Cinque.
Il libro protagonista della giornata mi è stato inviato per una collaborazione con la casa editrice “Giovane Holden” che ci tengo a ringraziare nuovamente per la disponibilità e la pazienza che ogni volta mi concedono.
Ho tante cosa da dirvi a riguardo a questa lettura quindi iniziamo!
Scheda informazioni:










Titolo:
Una sana follia 
Autore: Gaetano Cinque 
Casa Editrice: Giovane Holden 
Prezzo: 15,00 
Edizione: Flessibile 
Anno di pubblicazione: 2018 
Numero di pagine: 290 















Riccardo, Giulia e Tess, la loro Golden Retriver.
Una famiglia unita, piena di amore e di gioia fino a quando quel numero tre non si trasforma all'improvviso in un due.
La cagnetta, infatti, muore a causa di un malanno e la sua perdita crea un profondo solco all'interno dei proprietari, in special modo in Riccardo il quale si sente di averla abbandonata negli ultimi istanti della sua vita.
Questo pensiero continua a turbarlo a lungo anche quando, nonostante la ferita sia ancora aperta, Giulia insiste per portare a casa Teddy, un cucciolo di Parson, che con la sua esuberanza differisce completamente dal carattere pacato di Tess.
L'ultimo arrivato, però, porta con sé nuove esperienze, nuove abitudini e, così facendo, anche una nuova visione del mondo che colpirà Riccardo in maniera sconcertante.
Grazie al suo rapporto con Teddy, in quella che per tutti sembra quasi una manifestazione di follia, l'uomo inizierà un vero e proprio percorso spirituale alla ricerca della libertà.








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“La sensibilità del cane va accolta, capita e apprezzata, cosa che noi non facciamo mai, presi come siamo a separare e a distinguere: ciò che è umano non deve confondersi con il mondo animale? Ma che sciocchezze sono queste! L'amore è sempre uguale, sia tra umani che tra umani e cani: il sentimento è unico. E Teddy sarà un cane felice, perché gli aprirò il mondo della libertà.”







Quando mi è stato chiesto dalla casa editrice quale titolo mi interessasse maggiormente del loro catalogo, la mia risposta è ricaduta immediatamente su “Una sana follia” e non a caso.
Avendo avuto in casa diversi animali domestici e avendone vissuto anche la scomparsa, sono rimasta molto colpita dal tema del “lutto” che non ho mai visto trattato in un libro in una circostanza del genere.
Il romanzo di Gaetano Cinque mi aveva ispirata fin da subito per quella “possibilità”, per quella speranza di riuscire ad andare avanti senza che la presenza del passato ci schiacci più del dovuto.
Il suo, infatti, è sicuramente un inno alla vita, all'amicizia tra uomo ed animale e alla libertà ma c'è stato qualcosa che, per l'intera durata del libro, mi ha disturbata impedendomi di apprezzare a pieno questa lettura.
Gaetano Cinque è sicuramente un autore ottimo e quando scrive lo fa in maniera impeccabile ma, secondo il mio modesto parere, i dialoghi hanno appesantito molto la narrazione.
Ho trovato i termini utilizzati forse fin troppo “alti” ed intere formulazioni quasi fuori contesto data l'epoca in cui la vicenda prende vita. Questo ha reso anche la caratterizzazione dei personaggi forzata e spesso anche ripetitiva per quanto riguarda alcune dinamiche e conversazioni.
Secondo me, si è andata un po' a perdere quella naturalezza del dialogo e soprattutto il colore e la spontaneità della lingua italiana.
Gaetano Cinque è sicuramente un cultore della nostra lingua ma spesso ha reso il tutto in maniera troppo “setosa”. Mi sarebbe piaciuto scontrarmi anche con la ruvidità di un dialetto, magari!
In generale, ci sono state molte situazioni che io ho trovato piuttosto irrealistiche: mentre rivedevo negli atteggiamenti di Teddy alcune movenze tipiche dei cani di piccola taglia (e questo dimostra sicuramente uno sguardo consapevole da parte dell'autore) ho trovato molto meno oggettiva, invece, la rappresentazione del comportamento del genere umano.
Ci sono stati atteggiamenti, confessioni inopportune (soprattutto quelle tra sconosciuti che mi hanno fatto storcere il naso), frasi, azioni e scontri che mi sono sembrati spinti all'inverosimile in un contesto che, se esposto magari in maniera più naturale, poteva invece risultare più fattibile e comune all'interno della società dei giorni nostri (spesso molto critica ma anche molto indifferente al prossimo!).
Per quanto riguarda i temi principali del romanzo, ho notato uno spazio minore lasciato all'argomento del lutto (che invece mi aspettavo prendesse una fetta molto più grossa della narrazione) ed uno maggiore, invece, che riguardava il continuo divario tra il livello dell'uomo ed il cane.
La maggior parte dei dialoghi, infatti, si basavano proprio sull'importanza dell'addestramento (che Riccardo non rifiuta ma che non accetta nemmeno del tutto) che può minare, però, l'istintività genuina dell'animale.
Il concetto dell'indossare un guinzaglio che ci limita e ci impedisce di godere in libertà della vita si ripropone anche per l'essere umano il quale deve sottostare a schemi sociali ed un sistema di regole che gli impediscono di essere completamente felice.
In maniera quasi eccessiva, a mio parere, Riccardo esalta invece la follia intesa come libertà di vivere nella bellezza, al di fuori degli schemi proposti dalla società.
Questo si ripropone, quindi, anche nel rapporto tra gli esseri umani. Questa è una cosa che spesso non mi è piaciuta all'interno del libro perché più che libertà di espressione l'ho vista più come invadenza, specialmente in alcuni atteggiamenti che Riccardo adottava nei confronti di Elisabetta (migliore amica di Giulia e sua compagna di viaggio).
In generale, non posso dire che questo sia un brutto libro. Anche se ho trovato i dialoghi ripetitivi e a tratti pesanti, penso che l'autore abbia davvero talento e la sua narrazione lo dimostra.
Per questo motivo non mi sento di lasciare ad “Una sana follia” un voto più basso di 2,5/5 ⭐.
Mi sarebbe piaciuta un po' più di sincerità, ecco tutto!




Grafica: 5/5 ⭐. Non ho niente da ridire riguardo l'impostazione interna che si presenta in maniera classica, molto semplice e sempre apprezzata! Per quanto riguarda la copertina, forse avrei preferito l'immagine a colori per enfatizzare la “nuova vita” del protagonista ma trovo comunque la grafica generale molto bella.
Prezzo: 2,5/5 ⭐. Da lettrice, quindici euro li trovo un tantino tanti per un libro effettivamente così breve. Ho visto di peggio per delle edizioni in formato flessibile ma anche di meglio!







Questo è quanto potevo dirvi riguardo “Una sana follia”.
Spero davvero che la mia recensione possa avervi illuminato ed in qualche modo aiutato a decidere se acquistare o meno questo libro.
Ancora una volta ci tengo a ringraziare la “Giovane Holden” per la disponibilità e la fiducia riposta in me e nella mia sincerità e passione nel parlarvi di libri.
Non lo faccio spesso ma vorrei inoltre sottolineare che il mio è, come sempre, un parere personale, basato sulla mia esperienza da lettrice e sul mio gusto in fatto di libri. Il semplice fatto che un certo libro arrivi da una collaborazione non significa che quest'ultimo sarà necessariamente bello per i miei canoni ed al tempo stesso vi assicuro che la mia scelta in un catalogo si basa (com'è giusto che sia) su trame che possono in qualche modo interessarmi.
Vi assicuro che ho tantissimi libri da leggere e non ho bisogno di perdere tempo su libri di cui in realtà non mi interessa granché.
Detto ciò, fatemi sapere se la mia recensione vi ha incuriositi, se acquisterete “Una sana follia” o se magari lo avete già letto!
Intanto vi auguro una buona domenica e tante splendide letture!

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