Recensione de "La ladra di neve"


Buona domenica lettori e bentornati sul mio blog!
Oggi vorrei parlarvi della prima delusione dell'anno (iniziamo subito direi 😅) ma (proprio a voler essere positivi) anche il primo recupero di un'infinita TBR che sta prendendo polvere da più di anno sulla mia libreria. La nostra recensione avrà per protagonista “La ladra di neve”, primo romanzo pubblicato in Italia di Danielle Paige.
Partiamo subito con la scheda informazioni:




                           Titolo: La ladra di neve 
                            Autrice: Danielle Paige 
Casa editrice: DeA 
Prezzo: 14,90 
Edizione: Rigida 
Anno di pubblicazione: 2017 
Numero di pagine: 433 











Snow è solo una bambina quando viene portata al Whittaker, un istituto psichiatrico di massima sicurezza, dopo aver tentato di attraversare uno specchio.
Da allora, non ha mai visto il mondo esterno. È prigioniera delle mura di quell'edificio così come della sua profonda maschera di rabbia che nessuno, né sua madre né l'equipe medica che le è stata affidata, sembra in grado di far scomparire.
Nessuno può.
Nessuno al di fuori di Bale, almeno.
Anche lui prigioniero del Whittaker fin dall'infanzia, è stato l'unico vero amico di Snow, l'unico in grado di donarle la speranza di un futuro migliore al di fuori di quelle mura, un futuro in cui sarebbero potuti stare insieme davvero, senza esser continuamente monitorati dai medici o dalle medicine in grado di attutire i loro umori.
Questo fino al loro primo bacio che, però, cambia tutto ed in peggio: Bale cade infatti in uno stato catatonico e viene allontanato dagli altri pazienti mentre Snow inizia a soffrire di strani e terribili sogni in cui uno sconosciuto continua a chiamarla “principessa” e ad invitarla a seguirla al di là dell'Albero.
Ma sono solo sogni, si dice, ed il suo unico obiettivo è quello di trovare un modo per rivedere Bale e cercare di risvegliarlo.
Quello che non sa, però, è che se i sogni possono diventar realtà, così possono anche gli incubi.
E così accade: Snow vede con i propri occhi il ragazzo che ama scomparire dentro ad uno specchio ed allora decide di fuggire dall'ospedale alla ricerca dell'Albero.
Troverà Jagger, il ragazzo del sogno, e lo seguirà ad Algid, un regno incantato condannato ad un eterno inverno, a patto che lui l'aiuti a salvare Bale.
Snow dovrà reagire, trasformarsi e combattere per scoprire la verità su quel mondo che le appartiene più di quanto non crede e per salvare il ragazzo che ama dalla terribile Profezia che potrebbe distruggere tutto ciò in cui credono.



“Basta un suo tocco e la neve è qua. 
La credono morta, ma lei tornerà. 
Al posto del padre lei regnerà, 
e il mondo addosso gli rovescerà. 
Vieni, Snow, vieni...” 




Mi sento costretta ad ammettere che questo libro non mi aveva ispirata fin dall'inizio quando avevo adocchiato la copertina nella mia libreria di fiducia. Qualcuno di a me vicino, però, ha deciso di regalarmelo e, visto che non sono una che ama cambiare i regali, mi sono ritrovata a ritardare la lettura di questo libro per poco più di un anno fino ad arrivare alla settimana scorsa, praticamente.
Perché non mi ispirava questo libro? La trama non mi sembrava delle più originali e, anzi, mi sembrava un classico retelling di Biancaneve che, a dirla tutta, non è proprio tra le favole che preferisco.
Fin dalle prime pagine ho letto tantissimi riferimenti ad altri film della Disney (soprattutto Rapunzel (una principessa perduta rinchiusa contro la sua volontà in un edificio inespugnabile) e Frozen (per la maledizione gettata su Algid e per altri aspetti di cui non posso parlarvi)!) e devo dire che la cosa mi ha fatto un po' storcere il naso: fino alla fine si è ripresentata questa sensazione che l'autrice abbia voluto mettere troppa carne a cuocere, troppe idee (più o meno originali) messe una dopo l'altra, senza un'organizzazione precisa. Ciò ha reso la lettura molto confusionaria, a parer mio!
Speravo di ricredermi, quanto meno, per i personaggi ma non è stato così: partendo dai ragazzi, li ho trovati scritti tutti “con lo stampino”. Non sarei riuscita a distinguerli l'uno dall'altro neppure volendo! Abbiamo un numero molto più amplio di figure femminili ma anche in questo caso non sono riuscita ad inquadrarle bene e non penso sia stato questo l'obiettivo dell'autrice.
Molte volte, questi personaggi femminili cambiavano da un momento all'altro (l'attimo prima innocenti e quello dopo mostri indistruttibili e senza pietà) ma non per strategia, per mantenere una maschera o altri motivi ragionevoli dal punto di vista della trama.
Erano solo bipolari. Tutte quante.
Il personaggio che più mi ha delusa, però, è stata proprio la protagonista: Snow è una ragazzina talmente incoerente da rasentare i limiti di sopportazione umana.
SPOILERSPOILERSPOILERSPOIELRSPOILERSPOILERSPOILER*maperchécontinuaaromperelescatoleconBalenominandolotremilavoltealgiornosepoisibaciaunaltrodopoduegiornicheloconoscemapoidesideraunaltroancora?*SPOILERSPOILERSPOILERSPOILERSPOILER.
Non ho affatto apprezzato il modo in cui l'autrice ha deciso di far ambientare questa ragazza all'interno del regno di Algid, troppo poco ragionato ed irrealistico.
Penso che “La ladra di neve” sia stato il primo fantasy (e sottolineo che questa cosa non mi è mai capitata per libri dello stesso genere) a farmi dire a gran voce: “questa cosa non è davvero possibile!”
In generale ho trovato lo stile della Paige molto frettoloso e la narrazione poco curata, poco attenta ad alcuni dettagli che ad una lettrice cadrebbero subito all'occhio.
Mi dispiace dirlo, ma ho trovato alcune sue scelte quasi infantili. Proprio a citarne uno, che è stato anche quello che forse mi ha infastidita di più, direi la serie di instalove fatali che coinvolgono la protagonista ed essenzialmente ogni essere vivente di sesso maschile.
Tutti la amano, tutti la vogliono, tanto da farmi quasi tifare per i cattivi pur di mettere fine a questo scempio.
Non lo avrei mai creduto possibile e con tutta la buona volontà, credetemi, non sono riuscita a dare un voto più alto di 1/5🌟 perché ho trovato la lettura de “La ladra di neve” incredibilmente infantile, spesso banale (esempio: non eravamo neanche a pagina 100 quando abbiamo fatto la conoscenza di un certo personaggio e con sole due frasi che lo descrivevano (in maniera piuttosto astratta) sono riuscita a scoprirne l'identità e il futuro all'interno della storia).
Vi assicuro che erano più le volte in cui scuotevo la testa per l'irritazione che le volte in cui mi sono goduta il capitolo per intero e per me è davvero inaccettabile una cosa del genere.
E giuro di essere partita con le migliori delle intenzioni!



Grafica: 4/5 🌟. La cover e la grafica interna sono molto carine.
Prezzo: 5/5 🌟.
Traduzione: 5/5🌟.




La ladra di neve” è stata quindi la prima delusione di questo 2019.
Datemi buone notizie e ditemi che a voi sta andando meglio che a me!
Detto ciò, spero di essere riuscita con la mia recensione a spiegarvi al meglio i motivi del mio voto così basso. Non è mai facile scrivere un'opinione negativa su qualsiasi cosa, si ha paura di offendere l'ideatore e chi, invece, ha amato quel determinato prodotto ma sapete quanto ci tengo alla verità delle mie parole e quindi non ho potuto tralasciare nulla, davvero.
Con tutte le buone intenzioni del mondo, mi auguro che l'articolo di oggi vi sia piaciuto e che vi godrete questa domenica con una meravigliosa lettura di inizio anno!


-Emme

Commenti

  1. Ciao sono ale, nuova lettrice del blog
    Io volevo comprarlo questo libro ma non è scattata la scintilla per farmi entrare in libreria. Ti aspetto sul mio blog La sabbia nella clessidra spero passerai
    Un bacio

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