Recensione de "L'invitato"



Buona domenica lettori! 📚
Questo pomeriggio vi porto una nuova lettura in collaborazione e ringrazio tantissimo Massimiliano Alberti per avermi concesso di leggere la sua opera, “L'invitato”, e mi scuso nuovamente per tutto il tempo passato fino a questa recensione.
Quindi bando alle ciance e vi lascio subito alla scheda informazioni:





Titolo: L'invitato
Autrice: Massimiliano Alberti
Casa editrice: Infinito Edizioni
Prezzo: 14,00                                                             
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2018
Numero di pagine: 212




















Leo, Kevin e Tom sono amici da una vita ma, dopo anni di baldoria passati insieme nella loro sonnolenta città natia, Trieste, i tre sono costretti a separarsi e ad intraprendere strade molto diverse.
Tempo dopo, succede, però, l'impensabile: Tom, ormai del tutto a suo agio nella bella società di Vienna, convoca Kevin e Leo per coinvolgerli nel suo progetto di creare una nuova galleria dedicata alla Pop Art.
Leo non sa che cosa si aspettano da lui ma decide ugualmente di accettare l'incarico. Ben presto, però, si accorgerà di quanto possa essere difficile trovarsi in un mondo che non gli appartiene e di quanto le loro differenze caratteriali possano essere in grado di distruggere un rapporto d'amicizia che dura da anni.
Tra scorribande, passioni e fiumi di alcol, Massimiliano Alberti raffigura con mano esperta un'intera società e la danza, frenetica e realistica, delle sue maschere.





“Comunque, su una cosa avevate ragione: noi tre abbiamo vissuto sopra le righe, accarezzato l'eccesso e rasentato il fondo. Uno stile di vita, se così si potrebbe definire di questi tempi, del tutto Pop.”








Se dovessi definire “L'invitato” con una frase, probabilmente direi che è: “un libro che presenta, spontaneamente, degli alti e dei bassi”.
Questo perché fin dal primo capitolo si notano tutte (o quasi) le scelte che l'autore, attraverso i pensieri di Leo, ha deciso di porci attraverso questo suo primo libro e tocca a noi, in definitiva, l'ultima decisione: continuare la lettura pur sapendo che cosa ci toccherà o fermarci senza tentare di capire più a fondo le motivazioni dell'autore.
Io, come mi sembra chiaro che sia, ho deciso di continuare e quindi eccomi qua!
Fin da subito, a partire dalla trama, sono rimasta incuriosita dalla parola “maschere”; quest'ultimo è un concetto che mi sta molto a cuore e che, per l'appunto, sono sempre curiosa di vedere sviluppato all'interno di un libro, di qualsiasi genere si tratti.
Per questo motivo, durante la lettura mi sono concentrata particolarmente sui personaggi e questo è ciò che sono riuscita a trarne:
Tom è forse colui che meglio rispecchia la società viennese che l'autore ha voluto descrivere: è un uomo cinico, calcolatore, a tratti persino opportunista.
Leo, invece, potremmo definirlo un sognatore, incapace di accontentarsi di una vita scialba che non si addice alla sua psicologia frizzante, alla sua forza di volontà e al suo immancabile senso dell'umorismo. Allo stesso tempo, però, il nostro protagonista si dimostra un personaggio spesso infantile e che rovina tutto ciò che tocca. Non importa se lui stia tentando di fare del bene o del male perché, qualsiasi cosa lui faccia, non fa che peggiorare la situazione.
A discostarsi del tutto da queste caratteristiche e, in generale, dall'intera aria di superiorità della società viennese, è sicuramente Kevin. Anche se a tratti il suo carattere presenta dei lati molto bambineschi (in contrasto con la dura realtà che sembra aver contagiato il resto del trio rendendoli sicuramente più “adulti”), è stato forse il personaggio che ho più apprezzato per la sua dolcezza e la sua purezza malgrado questa sua caratteristica sia stata spesso presa di mira dai suoi compagni.
In definitiva, potrei dire però che è Tom colui che rispecchia di più gli ideali della società in cui Leo e Kev verranno gettati, essenzialmente, come carne da macello. Quest'ultima si finge aperta alle novità ma vive nel pregiudizio soprattutto per quanto riguarda la sfera femminile e l'omosessualità. La donna viene vista come un essere subdolo, il cui unico scopo è quello di appropriarsi della ricchezza altrui.
La diversità, in generale, viene vista con disprezzo anche se tollerata per “buona educazione”.
L'elemento attorno cui ruota questa società, il mondo intero e anche la nostra storia è, però, la bellezza che ha caratteri specifici ed immutabili, è oggettiva ed insormontabile.
Per quanto riguarda lo stile dell'autore, penso che possa essere definito “denso”, complesso sia dal punto di vista dell'ironia (con il quale Alberti descrive in maniera piuttosto critica la “buona società” viennese e con la quale ci istruisce sull'importanza della bellezza e sui pregiudizi più frequenti) sia dal punto di vista dei dialoghi e del linguaggio che si presenta composto da termini ricercati e “facoltosi”.
Nonostante lo abbia trovato azzeccato per descrivere un certo tipo di società, devo però ammettere che lo stile utilizzato non è tra quelli che prediligo perché spesso rende la lettura meno scorrevole.
Spezzo però una lancia a favore dell'autore che, come poi mi ha anche confermato, dimostra al 100% tutti gli anni di lavoro svolti su questo libro, sia dal punto di vista intellettuale ed artistico che dal punto di vista stilistico.
Non riesco proprio, infatti, a criticare il suo modo di rapportarsi a lettore perché, nonostante i temi trattati ed i cliché utilizzati, si nota quanto il libro sia volutamente provocatorio soprattutto nel voler dire in maniera bella, elegante, “le cose sbagliate”.
È stato proprio grazie a questo mio pensiero che ho capito quanto critico fosse in realtà l'autore nei confronti di questa società e di queste maschere che lui ci presenta in maniera rapida, vorticosa ma estremamente sincera.
Alla fine dei conti, però, ho deciso di lasciare a “L'invitato” un voto finale di 3/5⭐ sperando di poter leggere presto altro di questo autore e capire quanto del mio pensiero fosse giusto. Ci tengo, inoltre, a precisare che questo mio voto nasce esclusivamente da un gusto personale basato su alcune scelte narrative (e non stilistiche!) di Alberti che si è presentato, a mio parere, come un ottimo autore di cui, mi ripeto, mi piacerebbe leggere ancora!



Grafica: 4,5/5 ⭐. Quella de “L'invitato” è una grafica molto semplice che, generalmente, mi piace in un qualsiasi libro. Ho apprezzato molto l'aggiunta di alcune opere alla fine della storia ma mi sarebbe piaciuto avere qualcosina in più (come una mappa di Vienna, magari, o altre opere ancora legate alla Pop Art).
Prezzo: 4/5 ⭐.




E così si conclude anche questa recensione e collaborazione per cui ci tengo a ringraziare nuovamente l'autore per la sua disponibilità e tranquillità nel rapportarsi a me nonostante ci abbia messo mesi per leggere il suo lavoro.
Auguro a Massimiliano tanta fortuna e di poter sempre essere sé stesso senza avere il bisogno di indossare alcuna maschera in questa società che spesso nasconde qualcosa in nome di una presunta bellezza.
Mi auguro, inoltre, che a voi lettori questa recensione sia piaciuta e che darete un'opportunità a questo autore che, fidatevi, merita davvero! ❤
Vi auguro, infine, un buon proseguimento di serata e buona lettura!




-Emme



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