Recensione "Il passo del codardo"



Buona sera lettori!
È tempo di collaborazioni!
Nell'ultimo mese ho ricevuto davvero tantissimi manoscritti (ringrazio ancora tutte le case editrici e gli autori che si sono fidati di me!) ma ne ho ancora molti da leggere per via del mio blocco qui sul blog.
Oggi ho deciso di parlarvi de “Il passo del codardo”, un libro scritto da David Bandini ed edito da Bookabook la quale mi ha gentilmente spedito una copia del romanzo.
Ma non indugiamo oltre.
Ecco a voi la scheda informazioni:



Titolo: Il passo del codardo
Autrice: David Bandini
Casa editrice: Bookabook
Prezzo: 13,00
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2018
Numero di pagine: 149




















La paura è spesso la compagna di molti di noi.
Ci segue come un'ombra, ci attanaglia, ci soffoca, ci paralizza.
Lo stesso accade al nostro protagonista, un codardo consapevole, il cui passo, la cui semplice azione, potrebbe cambiare per sempre la sua sorte.
Dopo la fine di una storia d'amore travagliata, la cui fame di lieto fine è forse più grande del sentimento stesso, il protagonista, tra musica hip hop e biglietti aerei a poco prezzo, dovrà essere disposto a tutto pur di riaverla indietro.




“Mi proponevo di spaccare il mondo con le parole, poi giuravo che l'avrei fatto l'indomani. E poi ancora mi svegliavo un giorno, alla fine di ogni mese, come una scatoletta di tonno, immobile, sullo scaffale di un supermercato.”



Innanzitutto ci tenevo a fare i miei più sinceri complimenti alla casa editrice e all'autore. Alla prima per il lavoro splendido che svolge nell'ambito letterario (ho visto cover meravigliose e recensioni altrettanto positive per quanto riguarda i libri pubblicati da @bookabook) e a David Bandini per aver creato un personaggio tanto complesso e al tempo stesso così vicino come lo è il protagonista de “Il passo del codardo”.
Sono certa che molti, leggendo questo libro, potranno ritrovarsi nelle esperienze e nei pensieri di questo personaggio e riusciranno a riflettere su concetti fondamentali come lo sono l'amore, la paura ed anche la morte.
Detto ciò, proseguiamo immediatamente con la recensione: ho trovato la trama splendida, molto attuale e sicuramente vicina al mio genere. Non mi era difficile comprendere i sentimenti del protagonista, il terrore che lo attanagliava prima di compiere un semplice passo, l'angoscia di sbagliare, di essere inadeguato e la consolazione, timida e al tempo stesso potentissima, della scrittura, del suono dei tasti sotto le dita.
Allo stesso tempo, però, c'era qualcosa di ingarbugliato, di confuso, che non mi ha permesso di godere appieno di questa lettura.
Non capivo allora e non capisco neppure adesso, ad essere del tutto sincera, se fosse un espediente dell'autore o meno per rendere al meglio i pensieri di una mente così complessa come lo poteva essere quella del protagonista ma, in generale, di chiunque di noi.
Spesso, infatti, mi sono persa nei suoi ragionamenti, sono tornata indietro per rileggere alcuni punti e la cosa non mi ha entusiasmato troppo una volta appurato che non era la semplice stanchezza a lasciarmi questi vuoti durante la lettura.
Nonostante ciò, ho trovato il protagonista assolutamente ben caratterizzato e, anche se fin troppo complesso, molto realistico e sincero.
Inoltre, mi piacerebbe leggere altro dell'autore per farmi un'idea più precisa del punto di cui vi ho appena parlato.
Un altro elemento che mi ha destabilizzato è sicuramente la scelta di inserire il fatto di cronaca di cui parlava la trama solamente a fine romanzo.
Non ne faccio una colpa all'autore; ho trovato bellissima l'idea di inserire un simile evento all'interno del romanzo e questa sua scelta sarebbe stata azzeccata, a mio parere, anche se non fosse stato un fatto realmente accaduto.
Ammetto, però, di non aver avvertito questo terribile come uno sfondo della vicenda, così come ci era stato promesso nella trama, ma come un elemento aggiuntivo che poteva mettere la parola “fine” ad una serie di scelte tematiche di per sé già coraggiose (perché non è assolutamente facile né conveniente scegliere di parlare di simile argomenti).
Ho apprezzato solo a metà l'inserimento di alcune canzoni all'interno del testo. Non sempre, infatti, le ho trovate attinenti e anche quando invece lo erano non sono riuscita a godermi questi interventi fino in fondo ma semplicemente per una mia ignoranza personale in materia di hip-hop.
E mi pare di aver detto tutto ciò che pensavo riguardo a “Il passo del codardo” a cui, a malincuore, non ho potuto lasciare un voto finale più alto di 3/5 .
E' una sufficienza piena ma forse mi aspettavo semplicemente qualcosa di diverso.
I miei complimenti vanno nuovamente a David Bandini: la tua è stata una scelta coraggiosa, anzi, coraggiosissima!





Grafica: 5/5 . La cover è davvero minimal ma quel semplice groviglio in copertina esprime perfettamente i sentimenti del protagonista. Anche della disposizione interna non posso dire molto. Si nota la cura e l'amore che la casa editrice ha messo nel proprio lavoro!
Prezzo: 4/5 . Giusto.





E tutto qua!
Mi auguro di tutto cuore che la recensione vi sia piaciuta e che in ogni caso vi abbia incuriositi alla lettura di questo romanzo d'esordio tutto italiano.
Vi auguro una piacevole serata e tante buone letture!






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