Recensione de "Il racconto dell'ancella"


Salve e buona domenica a tutti i lettori online!
Tra un impegno e l'altro, letture e uscite con gli amici, ho finalmente trovato il tempo per dedicarmi ad una recensione a cui tengo molto perché riguardante un libro che mi ha segnata profondamente e che riguarda un tema molto importante e, sfortunatamente, ancora oggi molto diffuso nel mondo: la privazione della libertà personale.
Il libro in questione è, come avrete potuto evincere dal titolo dell'articolo, “Il racconto dell'ancella” di Margaret Atwood, edito da “Ponte alle grazie” e della cui traduzione ringraziamo Camillo Pennati.
Ma non perdiamoci in chiacchiere ed iniziamo immediatamente con la scheda informazioni:



Titolo: Il racconto dell'ancella
Autrice: Margaret Atwood
Casa editrice: Ponte alle grazie
Prezzo: 16,80
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2017
Numero di pagine: 398





In apparenza, Difred vi apparirebbe come una donna simile a molte altre.
Non particolarmente bella, non particolarmente intelligente, non sempre felice e con amici e famiglia non troppo diverse da quelle della vostra vicina di casa, della vostra migliore amica e persino di una vostra parente, perché no?
Ma Difred non è come le altre donne: lei è fertile.
Ed in un mondo dilaniato dalle radiazioni questo fattore è una benedizione quanto una maledizione.
Gli Stati Uniti, dove si svolge l'intera faccenda, sono infatti diventati uno stato totalitario basato sul controllo del corpo femminile.
Anche il nome Difred non è che, infatti, una sottolineatura di questo nuovo sistema: lei è Di-Fred, l'unico uomo che potrà mai toccarla “in quel modo” e che potrà donarle la benedizione di un figlio, di una nuova vita che porterà ad una nuova discendenza di un élite dominante.
Ma non è sempre stato così e i ricordi della protagonista sono difficili da scacciare, come gli incubi tra le coperte. E potrebbero essere proprio i suoi ricordi a dare il via alla scintilla della ribellione.



“Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà di e la libertà da. Nei tempi dell'anarchia, c'era la libertà di. Adesso vi viene data la libertà da. Non sottovalutatelo.”



Comincio con l'affermare che “Il racconto dell'ancella” è un libro che tutti dovrebbero leggere, uomini e donne, e che, a mio parere, dovrebbero inserire anche nell'istruzione pubblica (specialmente per quanto riguarda gli anni delle superiori).
Perché dico questo?
Lo dico perché l'opera della Atwood è un fortissimo manifesto contro ogni sistema totalitario, una critica alla società “meschinamente puritana” (come la trama stessa ci annuncia) che mescola metafora e realtà (sia attuale che passata) in maniera del tutto disarmante.
Principale è, ovviamente, la figura della donna che, in questa visione distopica ma al tempo stesso molto vicina alla nostra realtà, si ritrova a vivere in una profonda ambivalenza: quella di essere l'unica speranza per il genere umano e trattata quindi con “rispetto” e al tempo stesso vedersi schiava ed oggetto di un sistema politico prettamente maschilistico.
Margaret Atwood descrive in maniera sublime tutto ciò che riguarda Difred, la nostra protagonista; non mi è stato difficile rispecchiarmi nei suoi pensieri, avvertire le sue paure ed i suoi più profondi desideri che potevano essere piccoli come un'arancia ma anche molto più fisici come il bisogno di un abbraccio o qualche cosa di più.
A volte mi è mancato il respiro leggendo queste pagine, ho desiderato bloccare la lettura e urlare tutta la mia rabbia ma al tempo stesso mi era difficile abbandonare questo personaggio già estremamente solo.
Ho apprezzato la maniera dell'autrice di mescolare passato e presente e anche se inizialmente trovavo complicato seguire questi “cambi d'epoca” mi è bastato poi continuare a leggere per capire meglio i meccanismi stilistici della Atwood.
Per quanto riguarda Difred, non è stato facile accettare molte delle sue scelte ma al tempo stesso come biasimarla? Forse se avesse preso altre decisioni avrei trovato il suo personaggio molto meno coerente e sincero.
Ho trovato giusta l'idea di non creare un'eroina per eccellenza. Non aspettatevi una fiamma immediata, una “Prescelta” o la principessa che salverà il Reame dal drago dell'ignoranza e del possesso.
Difred è una donna come molte altre e per questo l'autrice l'ha trattata come tale e lo stesso dovremmo fare noi lettori chiedendoci solo sinceramente: e io cosa avrei fatto al suo posto?
La risposta, vi avverto, vi stupirà se nata dalla pura realtà del vostro essere.




Grafica: 4,5/5 . La cover è davvero meravigliosa ma mi risulta difficile non metterla a confronto con altre edizioni (specialmente in lingua originale) che sono molto molto più curate. Anche all'interno, però, il libro si presenta molto bene ed in maniera chiara e semplice.
Prezzo: 3,5/5 . Ammetto che “Il racconto dell'ancella” è tra i miei libri in flessibile più costosi. Se fosse stata un'edizione rigida, credo che non avrei trovato poi così alto il prezzo. Allo stesso tempo, però, immagino che una giusta via di mezzo non sarebbe scesa al di sotto dei quindici euro.
Traduzione: 5/5. Impeccabile!




Ed eccoci qua!
Ho detto tutto ciò che mi sentivo di dire riguardo a questo romanzo/manifesto.
Mi auguro davvero di avervi incuriositi con le mie parole e che acquisterete (o leggerete in ogni caso) questo bellissimo libro.
Trama, stile e messaggio non vi deluderanno, ve lo assicuro!
Ma ovviamente tocca a voi decidere!
Intanto, però, vi auguro una buona lettura (qualsiasi essa sia) ed una felice e tranquilla domenica.
Alla prossima!

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