Recensione "Il canto del ribelle"



Buongiorno lettori!
La recensione di oggi è dedicata a tutti gli amanti del mondo Marvel (di cui io sono una new entry) e, soprattutto, ai fan di un determinato personaggio: Loki! 💚
Il libro che andremo ad analizzare oggi, infatti, potrebbe essere facilmente definito il suo “Vangelo”, una serie di avventure, ed in special modo disavventure, che hanno reso celebre il volto del demone nella mitologia norrena.
Se amate il suo personaggio, quindi, non potete farvi sfuggire “Il canto del ribelle” di Joanne Harris
di cui vi lascio la scheda informazioni:



Titolo: Il canto del ribelle  
Autrice: Joanne Harris
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16,90
Edizione: Rigida
Anno di pubblicazione: 2015
Numero di pagine: 317








Loki proviene dal Caos, nato da una stirpe di demoni che vive senza una vera e propria forma.
Il suo più grande difetto, la curiosità, lo porterà, però, ad essere ingannato da Odino e a prendere forma umana: convinto della protezione del padre degli dei, Loki lascerà il Caos per dirigersi ad Asgard, la città dorata, dove vivono uomini e donne che si sono proclamati dei.
Malgrado il patto che li ha resi come fratelli, il giovane dio del fuoco non è visto positivamente dai suoi nuovi compagni: tutti diffidano del suo fascino, della sua intelligenza, del suo essere ingannatore e per questo del tutto fuori controllo.
Ma arriverà il momento del riscatto: una nuova profezia, infatti, ha proclamato la fine di Asgard e dell'era degli dei.
Solo l'astuto Loki potrà risolvere la situazione oppure riportare ogni cosa nel Caos.




“In fondo, le parole sono quanto rimane quando tutte le azioni sono state compiute. Le parole possono distruggere la fede, dare inizio a una guerra, cambiare il corso della storia. Un racconto può far battere più forte il cuore, far crollare muri, scalare montagne -ehi, una storia può addirittura resuscitare i morti. Ed è per questo che il Re delle Storie ha finito per essere il Re degli dei: perché solo l'ampiezza di una pagina separa lo scrivere la storia dal fare la storia”.






Posso dire che mi aspettavo un libro diverso.
Pensavo mi sarei ritrovata di fronte ad una narrazione classica: inizio, svolgimento, problematica, risoluzione del problema ed un finale.
Credetemi se vi dico che è difficile spiegare cosa intendo!
Vi farò un esempio: Loki viene intercettato da Odino, prende forma umana, e in una prima parte del racconto inizia a conoscere (e a farci conoscere) quel nuovo mondo e i suoi membri d'élite. C'è però una problematica, una profezia, ed in una seconda parte del racconto Loki cerca una soluzione al problema.
Questo è ciò che mi aspettavo.
Quello che mi sono ritrovata a leggere, invece, è stata una serie di massime regalateci dal nostro narratore (ovvero Loki) alle quali sono legate diverse disavventure avvenute durante la sua permanenza ad Asgard.
Ho apprezzato la scelta dell'autrice di utilizzare il protagonista come narratore onnisciente, che conosce già il proseguire degli eventi e che ce li racconta e commenta dal suo punto di vista.
Allo stesso modo, credo che l'autrice sia stata fenomenale nel riprendere le diverse leggende nordiche mettendole quasi in chiave comica (grazie ai commenti del nostro narratore) senza però cadere nel ridicolo.
Spesso l'influenza degli autore risulta evidente all'interno di un racconto (ideologie, ricordi, passioni si rispecchiano sul modo di scrivere e di rapportarsi alla storia) ma la Harris è stata molto brava ad eliminare sé stessa dalla narrazione e lasciare pieno spazio a Loki in tutta la sua follia.
Anche se da una parte il non realizzarsi delle mie aspettative mi ha destabilizzato (quella de “Il canto del ribelle” non è un tipo di narrazione che apprezzo particolarmente perché mi dà l'impressione di non seguire appieno la trama) dall'altra ho trovato questi aneddoti davvero troppo simpatici e la lettura del romanzo è proseguita in maniera rapida e piacevole.
Anche se i rapporti con Loki non erano dei migliori, mi sono piaciuti anche le scene che il protagonista-narratore condivideva con le altre divinità; queste ultime sono state fondamentali per conoscere e capire al meglio i diversi aspetti caratteriali degli dei.
Detto ciò, mi sono sentita di lasciare a “Il canto del ribelle” un voto finale di 3,5/5 ⭐.
Probabilmente se avesse seguito il genere di narrazione di cui vi parlavo precedentemente il voto sarebbe stato molto più alto!
In ogni caso, però, mi sento di consigliare questo libro agli amanti della Marvel (e specialmente ai fan di questo villain tutto particolare!) ma anche ai fan di "Percy Jackson". Questo libro mi ha ricordato molto l'ironia e l'intelligenza di Riordan!



Grafica: 5/5 ⭐. Questa edizione rigida è letteralmente stupenda. Meravigliosa la copertina e anche la suddivisione interna dei capitoli e delle parti. Bel lavoro!
Prezzo: 3,5/5 ⭐. Va bene che è un'edizione rigida ma trovo ugualmente il prezzo un po' alto rispetto alle pagine del libro. Gli ho dato la sufficienza giusto per supportare anche il meraviglioso lavoro grafico dietro.
Traduzione: 5/5 ⭐. Impeccabile!




Break News: ho appena scoperto che “Il canto del ribelle” è il prequel della “Runemarks series” composta da “Le parole segrete” e “Le parole di luce”. Il libro di cui vi ho parlato in questa recensione, però, è presentato come uno stand-alone e quindi è possibile leggerlo senza aver prima letto gli altri due libri di questa serie.








E tutto qua! ☀️
Spero che la recensione vi sia piaciuta e che vi abbia incuriosito!
Se avete letto “Il canto del ribelle” o la saga da cui l'idea è nata fatemi sapere.
Vale la pena leggerla?
In ogni caso, pensavo di creare un ~Vi consiglio un libro~ legato al mondo Marvel.
Vi piacerebbe come idea?
Vi auguro un buon proseguimento di giornata e tante meravigliose letture!

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