NON UCCIDETEMI | Recensione di "Chiamami col tuo nome"


Buongiorno lettori! (voce fuori campo: ed invece era quasi mezzanotte...)
Non so quando leggerete questa recensione ma nel mio tempo siamo al dodici giugno alle 12:32 ed io sono terrorizzata. Si sa, il fandom è un posto oscuro e pieno di terrori ed anche solo una crepa nel loro mondo perfetto può provocare una crisi a livello mondiale.
Ecco, quella crepa è proprio la mia recensione.
Quindi avviso da subito il gentile pubblico che se siete solo dei criticoni potete anche andar subito via dal mio blog. Essendo libera di leggere, pensare e scrivere ciò che voglio, mi prendo anche la libertà di criticare ciò che non mi piace. In fondo il blog esiste anche per questo.
Potremmo quindi definire questa recensione come “i vari motivi per cui ho odiato “Chiamami col tuo nome” di André Aciman”.
Se avete qualche dubbio riguardo a questo romanzo, se non sapete se leggerlo o meno, io vi consiglio di proseguire nella lettura di ciò che scriverò da qui in avanti.
Come sempre, la mia sarà una recensione NO SPOILER in modo da potervi fare un'idea piuttosto chiara senza rovinarvi, in un futuro probabile, il piacere della lettura.
Ma iniziamo con la scheda informazioni:



Titolo: Chiamami col tuo nome
Autrice: André Aciman
Casa editrice: Ugo Guanda editore
Prezzo: 17,00
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2018
Numero di pagine: 271















Figlio di un brillante professore universitario, Elio, diciassette anni, è costretto a seguire ogni estate la sua famiglia nella meravigliosa villa nel Ponente ligure.
Ogni estate, i suoi genitori ospitano scrittori di ogni età in modo che questi ultimi si facciano conoscere ed apprezzare dal grande pubblico, continuando a lavorare sulla stesura e la pubblicazione delle proprie opere.
E sarà proprio durante una di queste visite che Elio farà la conoscenza di Oliver, disinvolto, sfacciato, americano ed assolutamente irresistibile.
Attraverso uno scambio di battute, commenti ed occhiate, tra i due nascerà un'insolita relazione fatta di passione e possessività ma anche di ingenuità e paure.
Chiamami col tuo nome” è una storia di un estate infinita e al tempo stesso troppo breve, di un amore profondo che, malgrado la sua purezza, si tinge di ossessione.



“Adesso, nell'attimo di silenzio, lo fissai anch'io, non per sfidarlo, nemmeno per dimostrargli che non ero più timido, ma per arrendermi, per dirgli questo sono io, questo sei tu, è questo che voglio, tra di noi non c'è altro che verità, e dove c'è verità non ci sono barriere.”








Allora, da cosa iniziare... Mi sembra così difficile!
Forse dovrei iniziare con il dire che “Chiamami col tuo nome” non è affatto scritto male, anzi.
Aciman ha uno stile denso, coinvolgente, e sa spaziare molto bene in campi come il cinema, la musica, l'editoria etc. , il che dimostra la sua ampia cultura a riguardo.
Sono state alcune sue scelte, però, a farmi storcere il naso.
La prima cosa che ho notato è stata la mia quasi totale incapacità di legarmi ai personaggi.
Ciò è successo principalmente per due motivi: la prima è stata la scelta dell'autore di narrare gli avvenimenti dal punto di vista di un Elio vent'anni più vecchio. Questo ha provocato in me un distacco perché m'impediva di rispecchiarmi completamente nel sentimento provato dal giovane protagonista che, attraverso quel tipo di narrazione, non era più così puro ma si tingeva, invece, di rimpianti e riflessioni che non sono affatto tipici di noi adolescenti.
La seconda motivazione si basa principalmente su un contrasto di personalità: non sopportavo né Elio (viziato, ossessivo e a volte persino infantile) né tanto meno l'acclamato Oliver (che vedevo, invece, semplicemente confuso a livello mentale).
Rimanevo scioccata dalle affermazione del protagonista, il quale avrebbe preferito ucciderlo con le sue stesse mani anziché non poterlo avere ed odiavo il cambiamento di personalità del suo interesse romantico ogni volta che si cambiava (letteralmente) il costume da bagno.
Molti di voi, persino alcuni miei amici, mi dicevano che era normale, che tutto mi sarebbe piaciuto ancora di più una volta arrivati alla famosissima “scena della pesca”.
Ragazzi.
Ma siete seri? Voi non state bene.
NO. NO. NO.

Sono arrivata alla scena e, mi dispiace ammetterlo, l'ho trovata rivoltante.
Spero di non offendere davvero nessuno perché non ho alcun pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali, anzi. Non è stato neanche il loro rapporto a disgustarmi ma proprio quello che hanno fatto a quella povera pesca innocente, credetemi se vi dico che mi ha davvero nauseata!
Dall'altra parte, però, questa scena mi ha fatto apprezzare le descrizioni di Aciman, vivide e pulsanti. Non ce ne sono molti con questa abilità, fate attenzione!
Questo, però, non è bastato per farmi cambiare idea riguardo “Chiamami col tuo nome”.
Ho apprezzato davvero pochi dettagli o, più in generale, scene del romanzo e se non fosse stato per lo stile dell'autore forse non sarei riuscita a dargli neppure 2/5 🌟 che è stato, poi, l'unico voto che mi sono sentita di lasciargli.



Grafica: 3/5 🌟. Copertina molto semplice (ed è una cosa che apprezzo particolarmente!) ed anche la grandezza del testo era perfetta. Unica pecca (e, questa, invece, è una cosa che proprio non riesco a tollerare) è stata, però, la mancanza dei capitoli. Il libro è semplicemente diviso in parti. Ditemi che non solo l'unica ad avere l'ossessione dei capitoli!
Prezzo: 2,5/5 🌟. Penso che, dato il numero delle pagine e l'edizione flessibile, diciassette euro siano un po' troppi.
Traduzione: 5/5 🌟. Perfetta!




Ed eccoci qua.
La recensione è finita e non mi è ancora caduto nessun fulmine in testa, miracolo!
Premetto che non voglio offese sul mio blog ma, se volete o lo ritenete necessario, io sarò ben contenta di sapere la vostra riguardo “Chiamami col tuo nome”.
È un libro che è piaciuto a moltissimi (a molti sinceramente mentre ad altri, e ne sono certa, solamente per fama. Sfortunatamente esistono anche questo tipo di lettori in giro!) e sarei curiosa di sapere cosa vi ha tanto appassionati a questa lettura.
Che sia una chiacchierata ordinata e gentile, vi prego!
Intanto, vi lascio i miei saluti e vi auguro tante buone letture!

Commenti

  1. Ciao! Nessuno fulmine in testa, tranquilla, ognuno è libero di avere una propria opinione 😂 in quanto ossessionata da questo libro da qualche mese, però, mi sentivo in dovere di dirti perché io personalmente lo amo così tanto - ovviamente non per farti cambiare idea, solo perché dove c'è l'occasione di parlare di questa storia io ne approfitto. Personalmente, mi è piaciuto perché secondo me tratta la nascita dei sentimenti di Elio per Oliver in un modo molto puro, e con puro intendo istintuale, senza tabù. Anche la scena della pesca - anche io la prima volta ho pensato "Ma dai, ma che schifo!", ho capito che era finalizzata a questo. E poi mi ha lasciato in uno stato di angoscia dovuto al finale, come se l'autore volesse comunicare che siamo legati indissolubilmente a ciò che la società pensa di noi, e così non possiamo essere felici.
    Quanto a quello che hai detto sul non sopportare né Elio né Oliver, lì sono d'accordo perché, soprattutto nella prima parte, avrei voluto picchiare entrambi con una verga 😂

    RispondiElimina
  2. Sono felicissima di poter leggere la tua opinione! Come dico sempre, "i gusti sono gusti" quindi non dobbiamo vergognarci di ammettere se una cosa ci è piaciuta o meno! Il finale, concordo pienamente, è stato angosciante e, per me che non mi è piaciuto, è stato solo un altro colpo al cuore! Anch'io ho avuto la tua stessa lettura di pensiero per quanto riguarda l'impossibilità di essere felici a causa della società e delle barriere che essa impone. Dall'altro lato, però, ho apprezzato il messaggio (affatto banale, anche se così potrebbe sembrare) dell'autore e cioè che "dove c'è verità non ci sono barriere"! Quella scena, in maniera particolare, mi ha commossa!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari