Recensione di "Strade di notte"



Buonasera lettori!
La via del recupero sta pian piano finendo ed oggi è finalmente il turno della recensione di “Strade di notte” di Gajto Gazdanov.
A legarmi a questo libro è sia una vicenda personale sia il mio amore smisurato per le storie di tutti i giorni. Un bel libro, per esser tale, non ha bisogno di grandi eroi e di imprese oltre i limiti umani, non ha bisogno di mistero o anche solo di magia.
Siamo tutti i protagonisti della nostra storia e questo libro evidenzia meravigliosamente questa realtà.
Prima di parlarvi della trama, però, vi lascio alla scheda informazioni:



Titolo: Strade di notte
Autrice: Gajto Gazdanov
Casa editrice: Fazi Editore
Prezzo: 16,50 
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 2017
Numero di pagine: 237










Sono gli anni Trenta e la scintillante Parigi veste il pesante mantello della sera.
Un tassista russo, che altri non è che l'autore stesso, vaga per la città popolata da personaggi “estremi”: attrici sull'orlo del declino, filosofi dominati dall'alcol, nobili decaduti, prostitute, emigrati.
In tutti questi racconti, però, Gazdanov stesso, pur parlando poco di sé, rimane in assoluto il protagonista di questo libro ed esprime sia tutto il suo disinteresse per un lavoro che non lo compiace e che non è conforme al suo reale modo di essere sia il suo disagio nel vivere da straniero in una terra straniera.
Strade di notte” è il titolo di un quadro cupo, basato su ombre ed oscurità senza fine, in cui personaggi bizzarri risaltano, vividi e splendenti come stelle in un cielo nero: clienti affezionati di Gazdanov, che sfrutta la propria esperienza di tassista per mostrarci il mondo frivolo e misero della Parigi di metà Novecento, confidano a questa figura temporanea e introversa le loro storie di prostitute ed amanti, di mogli ferite, di fortune sprecate, di sogni svaniti.
Si susseguono, così facendo, strade e volti, fortune e disgrazie, in una danza sfrenata di passioni, coraggio, violenza ma a volte anche pietà.
E noi lettori, come spettatori di un'opera teatrale, rimaniamo fissi sul nostro posto, occhi spalancati per la curiosità o per il disgusto, ed osserviamo impotenti alla loro già annunciata rovina.




“«Del resto non c'era notte in cui non incontrassi qualche pazzo, gente al limite del manicomio o dell'ospedale, alcolizzati e vagabondi. Sono diverse migliaia, a Parigi. Sapevo a priori che nella tal strada avrei incontrato il tal matto e nel tal quartiere il tal altro. Scoprire qualcosa su di loro era difficilissimo: di solito facevano discorsi senza capo né coda. Ogni tanto, però, ci riuscivo».”






Inizio dicendo che ho letteralmente amato “Strade di notte”.
Certo, ci sono state cose che mi hanno fatto storcere il naso (come la lunghezza dei capitoli, ad esempio, oppure il fatto che l'autore concentrasse le parti più importanti o significative solo nelle ultime pagine di quella determinata parte) ma tutti i fattori negativi sono stati quasi sempre soppiantati da quello stile denso ed intrigante, che più volte ho paragonato a quello di Dostoevsky, che mi tenevano incollata fino all'ultima frase, fino all'ultima parola.
Volevo sapere di più, sul protagonista, sui suoi clienti, su quella città frivola e allo stesso tempo pesante ed opprimente, come il fumo di una sigaretta.
Mi hanno appassionata i racconti di molti di loro, soprattutto quello della Rinaldi, e mi sono sentita vicina alle loro speranze distrutte, agli amori sognati e alle ingiustizie subite.
Sono subito entrata in empatia con il tassista e ho sentito mio il suo bisogno di conoscere, di capire e allo stesso tempo di tenersi al di fuori di ogni faccenda.
A volte, lo ammetto, mi sono persa tra i tanti nomi, tra le tante vicende di questo breve, eppur ricchissimo, romanzo. Ho trovato questo libro molto umano, forse soprattutto per la confusione che regna sovrana tra una storia e l'altra!
Non c'è un filo conduttore, sono tutte sparse, lontane l'una dall'altra e allo stesso vicinissime come sono poi le persone nel mondo reale.
I personaggi si ergono vividi in questa coltre di nebbia fatta di alcol e droghe, del gas dei taxi o del vapore e dei fumi delle fabbriche, e non è difficile sentirsi loro vicini pur non avendo vissuto le loro stesse esperienze.
Pur non conoscendo la vita dell'autore, inoltre, mi è stata chiara fin da subito la sua presenza all'interno di questo classico moderno, lo sentivo in ogni pagina, in ogni riga, in ogni critica.
Tutto ciò mi ha permesso di essere chiara e decisa nell'esprimere il voto di “Strade di notte” che si aggiudica ben 4/5 ⭐!



Grafica: 5/5 ⭐. La Fazi Editore si è tenuta su uno stile classico, pulito, e la copertina è assolutamente perfetta per questo romanzo!
Prezzo: 2,5/5 ⭐. Sinceramente lo trovo un po' alto se andiamo a vedere le pagine effettive del libro. Ci sono molti libri (anche in edizione rigida) con lo stesso prezzo ma hanno comunque il doppio, se non il triplo, delle pagine !
Traduzione: 5/5 ⭐. Un fattore che mi spaventava particolarmente, soprattutto per la trama generale, era la traduzione. Non conoscevo lo stile dell'autore ma temevo potesse risultare pesante, oppure confuso nel caso la traduzione non fosse stata perfetta. Fortunatamente, lo è stata!




Senza rimuginarci ulteriormente, credo che dovrò acquistare qualche altro libro dell'autore.
Ormai non ho più scuse!
E voi? Siete rimasti incuriositi da questa breve, seppur sentita, recensione?
Spero di si perché questo libro merita davvero molto!
Come sempre, vi invito a scrivermi qui giù o in direct su Instagram (mi trovate come @365_livesofbooks) nel caso aveste letto questo libro.
Mi fa sempre piacere sentire la vostra opinione!
Detto ciò, vi auguro un buon proseguimento di serata e buona lettura a tutti voi!

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