Recensione di "Anima"





Ed eccoci qua.
Non mi sembra quasi vero ma finalmente vedo la luce oltre questo opprimente tunnel di ritardo.
Manca così poco, ormai, e quasi non mi sembra vero.
Ultimamente ho paura di tutto: di postare foto brutte, di non essere accettata per quello che scrivo, di non raccontarvi al meglio le storie che vivo sfogliando le pagine di questi libri.
Forse sono paure comuni tra noi blogger, non so quanto tutto questo sia vero o anche solo lontanamente consolatorio.
So solo che ogni volta che posto una recensione mi tremano le dita e che quando guardo il telefono il giorno dopo provo sempre quella strana frenesia al pensiero che qualcuno possa aver letto ciò che ho scritto, che possa avermi parlato delle sue esperienze o anche solo darmi un consiglio per crescere e migliorare.
Nonostante ciò, è un vuoto famigliare quando osservo le pochissime visualizzazioni qui sul blog e quei classici commenti “bella recensione. Ti seguo, ricambi?” che non cancello per non so neanche quale motivo.
Tutto ciò che so è che i libri sono la mia vita. Ne parlo costantemente, anche a chi non frega nulla se proprio vogliamo essere sinceri, e lo faccio sempre con amore, con entusiasmo e passione.
Non sono qui a scrivere tutto ciò per farmi compatire, anzi.
Questa lontananza dal blog mi è servita solamente come prova: mi mancava scrivere queste recensioni, anche se queste ultime che ho portato qui sul blog non brillavano affatto per magnificenza (ci dovrò solo riprendere la mano, spero e credo), mi mancava dirvi la mia sulle saghe più discusse, sugli stand-alone che tutti dovrebbero leggere e sopratutto raccontarvi queste storie incredibili che mi hanno tenuta incollata notte e giorno sulle pagine di quei libri.
Ed è per questo motivo che non abbandonerò questo blog, fossi anche l'unica persona a leggere ciò che scrivo.
Perché io amo parlarvi, anche se a volte a senso unico, e non smetterò di tentare, qualsiasi sia la vostra reazione a riguardo.
Posso migliorare, lo so bene, ma avrò bisogno anche di voi per far si che ciò accada.





Detto ciò... Parliamo di libri? Forse è meglio così! 😂
Partiamo subito con la scheda:







Anima” è, inanzi tutto, un'indagine o, almeno, questo è tutto ciò che traspare dalla trama: una sera Wahhch Debch rientra a casa e di fronte a sé trova il corpo barbaramente mutilato della moglie, morta in una pozza di sangue. Il protagonista, il cui animo complesso lo porta a sentirsi in parte colpevole di quel delitto, decide di fuggire alla ricerca di risposte e di un'unica grande verità: lui non è come l'uomo che ha strappato via la vita da sua moglie.
Apparentemente, “Anima” è un giallo come tanti altri, con vaghe spruzzate di thriller nei punti giusti.
Fin da subito, però, è chiaro quanto l'affermazione soprastante sia del tutto errata.
L'originalità di questo romanzo è basata, inanzi tutto, sui molteplici punti di vista che, inconsapevolmente, compongono questo meraviglioso racconto; a partire dal gatto, unico testimone dell'omicidio, diversi animali, dalle bestiae verae (come la mosca, il cane, il ragno) alle bestiae fabulosae (come la farfalla, il ratto o il procione), ci presenteranno il viaggio del protagonista sotto aspetti diversi su cui spesso uno scrittore comune non si soffermerebbe troppo.
È incredibile il modo in cui l'autore è riuscito a rendere in maniera così perfettamente imperfetta la natura dell'animo umano senza mai soffermarsi direttamente sulle sue emozioni, sui suoi pensieri.
Tutto ciò che noi vediamo è perché distrattamente un ragno è entrato in quella stanza, tutto ciò che noi sentiamo sono stralci confusi avvertiti da un passerotto di passaggio.
Utilizzando sempre la prima persona, l'autore ha creato un mondo straordinariamente realistico e coinvolgente, cancellando del tutto quella consapevolezza di star “solo leggendo”.
Se dovessi descrivere “Anima” con una sola parola direi: cardiopalma.
Immaginate di essere un animale qualsiasi di fronte a questa scena: siete nella stanza con diversi uomini e, inconsapevolmente, siete attratti verso uno di loro in particolare. Ascoltate la sua storia, avvertite l'odore della sua tensione. E, all'improvviso, qualcun altro entra nella stanza. Ha un coltello, è pericoloso, persino letale. Sta per avvicinarsi al vostro uomo e voi non potete parlare, non potete avvertirlo. Voi sapete che lo ucciderà e non potete fare nulla per evitarlo.
C'è una sorta di frustrazione che pervade le pagine di questo libro, il sapere quasi in anticipo ciò che potrebbe accadere e sapere che nessuno potrà far niente per evitare un omicidio, un complotto, un tradimento. Ed è proprio questa sensazione estenuante che ti risucchia completamente nelle pagine, impedendoti completamente di riuscirne.
Il viaggio di Wahhch, all'apparenza così banale, è riuscito a stupirmi sotto molteplici forme, sia in maniera positiva che negativa.
È riuscita a sorprendermi quando, più che una caccia ad un killer, quella del protagonista è diventata una ricerca estenuante di sé stesso, del proprio passato e del proprio futuro.
Mi ha sorpreso quanto, nonostante le 496 pagine, l'autore non faccia altro che ribadire, in maniera del tutto inaspettata, un concetto che conosciamo fin dalla trama: il cielo non ha visto niente di più bestiale dell'uomo.
E mi ha stupito questo contrasto così evidente tra l'essere umano e l'animale ed, eppure, questa fortissima comunione tra il protagonista e tutte le creature che ha incontrato sul suo cammino verso le gelide riserve indiane del Québec fino al Libano dove scopriremo essere nascosto il più grande segreto della sua vita.
Come dicevo precedentemente, “Anima” è stato in grado di lasciarmi col fiato sospeso e col cuore che batteva violentemente nel petto, stravolto dalla molteplicità di eventi che si susseguivano non solo capitolo dopo capitolo ma, spesso e volentieri, anche pagina dopo pagina grazie alla visione terra-cielo datoci dai diversi animali-spettatori.
Mi è quasi difficile spiegarvi il modo in cui questo libro, questo capolavoro, è riuscito a farmi sentire perché ho scoperto un autore talmente complesso, talmente crudo e sensibile insieme, da lasciarmi francamente senza parole.
Ho divorato le sue quasi 500 pagine in pochissimi giorni, troppo presa dalla storia per poter anche solo pensare a qualsiasi altra cosa, e, anche se il finale mi ha lasciato davvero sconsolata, non ho potuto che dare ad “Anima” un voto di 4,5/5⭐, classificandosi, così facendo, tra i migliori libri del mio 2017.


Adesso sono, sinceramente, nella fase “confusione totale”.
Leggere altri libri dell'autore, rischiando di trovare qualcosa che non mi piacerà sicuramente, oppure seguire l'istinto e fare piazza pulita di ogni suo romanzo?
Voi cosa ne pensate?
Avete già letto “Anima” o qualche altro romanzo di Wajdi Mouawad?

Sarei felice di sapere cosa ne pensate qui nei commenti! 

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