Pagine su pellicola ~ La Mummia




Buonsalve lettori!
Scusate il mio ritardo ma non mi sono sentita molto bene negli ultimi giorni (con l'aggiunta di diversi impegni da cui non sono potuta fuggire come invece avrei desiderato).
Compagno di avventure dell'ultima settimana è stato il romanzo “La Mummia”, tratto dalla sceneggiatura dell'omonimo film del 1999 prodotto dalla Universal Pictures.
Come sapete (se avete seguito i miei scleri su instagram (mi trovate come @365_livesofbooks)) “La Mummia” è in assoluto nella mia top3 di film preferiti e quindi non potevo non cogliere l'occasione di parlarvene in un articolo!
Partendo dal film (dato che il libro è stato tratto dalla sceneggiatura di Stephen Sommers e non il contrario come invece indica la copertina del romanzo) vi spedisco subito alla sua scheda informazioni.
Buona lettura!




















Titolo: La Mummia
Titolo originale: The Mummy
Regia e sceneggiatura: Stephen Sommers
Lingua: Inglese
Anno d'uscita: 1999
Casa cinematografica: Universal Pictures
Durata: 124 min.


Ed eccoci qui.
Credetemi se vi dico che ho l'ansia a parlarvi di questo film anche solo per il semplice fatto che è una pellicola che ho amato sin da bambina e che guardo almeno 2/3 volte l'anno (escludendo il terzo film perché l'ho odiato con tutta me stessa e l'ultimo uscito perché sinceramente non voglio neanche guardarlo).
Mia madre era fermamente convinta che fosse un horror ed odiava anche il solo pensiero che la sua adorata e adorabile bambina potesse riempirsi gli occhi con tutta quella morte e distruzione.
Ed ora guardatemi. Aveva ragione? Chissà!
Ma adesso parliamo della storia. Di cosa parla “La Mummia”?
Sono certa che tutti voi, almeno una volta nella vita, abbiate visto questo incredibile film d'avventura (se non l'avete fatto, non deludete la vostra Emme e correte a guardarlo!) ma un piccolo ripasso sulla trama non vi farà male: Tebe, 1290 a.C. Il sommo sacerdote Imhotep (interpretato da Arnold Vosloo) ha una relazione segreta con Anck-su-namun (Patricia Velasquez), concubina del faraone Seti I, la quale, però, è costretta a non essere mai toccata da nessun altro se non il suo legittimo proprietario.
Una sera, però, il faraone scopre il loro tradimento e, prima che possa chiamare i suoi soldati, i due amanti lo uccidono.
Lei sa che il sacerdote è l'unico in grado di riportarla indietro dal mondo dei morti e per questo decide di suicidarsi, dando così ad Imhotep il tempo di fuggire.
Insieme ai suoi sacerdoti, l'uomo riesce a penetrare nella tomba dell'amata e, una volta raggiunta Hamunaptra, la Città dei morti, dà il via alla cerimonia di resurrezione.
Quest'ultima, però, non viene portata a termine e l'anima di Anck-su-namun torna nell'Oltretomba.
Fermati dai terribili Medjay, le guardie del faraone, i sacerdoti vengono successivamente mummificati vivi mentre Imhotep verrà sottoposto all'orribile maledizione dell'hom dai: mai vivo e mai neppure morto, il corpo del sacerdote verrà nascosto nella Città dei morti e costantemente sorvegliato in quanto, se venisse mai trovato, potrebbe portare con sé le dieci piaghe d'Egitto.
Passano gli anni e, nel 1925, la timida egittologa Evelyn (Rachel Weisz) e suo fratello Jonathan (John Hannah) scoprono per puro caso una strana chiave al cui interno era contenuta da secoli la mappa per raggiungere Hamunaptra.
Andata però perduta, i fratelli Carnahan dovranno fare affidamento sull'affascinante legionario americano Rick O'Connell (interpretato da Brendan Fraser) che, tempo prima, era sopravvissuto ai Medjay.
La spedizione, però, non è tranquilla come avrebbero voluto sperare: inizia così una gara contro un altro gruppo di cacciatori di tesori che porterà, però, alla scoperta della terribile mummia del sacerdote Imhotep, inspiegabilmente ancora intatta.
Spinta dalla curiosità, Evelyn sottrae un libro dall'accampamento nemico, il Libro dei Morti, e, accidentalmente, sveglierà la mummia maledetta, scatenando, così facendo, anche le dieci piaghe d'Egitto.
























Inutile dirvi quanto io ami questo film perché, immagino, l'avrete capito fin troppo bene.
Ho sempre apprezzato le ambientazioni, così complete e ricche di dettagli, e la fotografia così coinvolgente.
Ho sempre odiato il fatto che tutti considerassero “La Mummia” un semplice film d'avventura perché l'ho sempre trovato molto di più: è una storia d'azione, dove fantasia e realismo si scontrano costantemente smorzate, spesso e volentieri, dagli interventi divertenti dei diversi personaggi. È una storia di fiducia, di credenze, d'amore.
Cosa saremmo disposti a fare pur di restare con la persona amata?
Mentire?
Uccidere?
Sacrificare la propria anima di fronti agli dei?
Ho sempre amato il personaggio di Imhotep che non è il classico cattivo pronto a dominare il mondo. Lui non ha sete di potere, non voleva il trono. Voleva solo Anck-su-namun e, nella vita quanto nella morte, è disposto a tutto per di rimanere al suo fianco.
Mi risultava impossibile non shipparli intensamente durante tutto il film, anche se volere per loro un finale migliore avrebbe voluto dire condannare il resto dell'umanità!
Il personaggio migliore dell'intera pellicola è, però, Evelyn: donna timida ma dai saldi principi, fiera egittologa e bibliotecaria, è una protagonista assolutamente impeccabile.
Alcuni criticano il suo aspetto da “damigella in pericolo” ma, al contrario, io ho notato già dal primo film un enorme sviluppo caratteriale del personaggio che, però, va a solidificarsi soprattutto nel secondo film.
Inutile dire la bellezza del suo rapporto con Rick: anche se appartengono a due mondi completamente diversi, entrambi si rapportano l'un l'altra con estrema curiosità, studiandosi a vicenda senza mai criticarsi. Sono come due pezzi di un puzzle che non possono far altro che incastrarsi perfettamente l'uno all'altro. Evy la mente, la ragione, la sapienza, mentre Rick rappresenta la mano, l'azione, l'impulsività.
Sono semplicemente perfetti perché, in quest'avventura come nella vita, non si può sopravvivere senza avere queste caratteristiche.
I tre personaggi, che io considero i principali della vicenda, vengono accerchiati da una serie di figure secondarie che rendono il film semplicemente più ricco: “la Mummia” non sarebbe tale senza la goffaggine di Jonathan o i costanti battibecchi tra gli inglesi e gli americani, non sarebbe tale senza i misteriosi Medjay o la sensualità e la forza di Anck-su-namun.
L'unica pecca che posso attribuire a questo film è che mi sarebbe piaciuto sapere di più riguardo le guardie del faraone e in special modo sul loro capo, Ardeth Bey, perché mi ha sempre incuriosita il loro coraggio ma anche la loro dedizione.
Considerandolo un film del 1999, ho trovato giusti anche gli effetti speciali. Non sono molti ma sono ben fatti, non troppo esagerati ma neppure banali.
Se dovessi dare un voto finale (indovinate un po'?) darei a questo film semplicemente 5/5 . Non ne cambierei neppure una virgola!




















Ed adesso parliamo del libro.
Sarà andato tutto bene come nel caso del film?
Ripartiamo dalla scheda informazioni:










Titolo: La Mummia
Autrice: Max Allan Collins
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: / Al momento non saprei dirvi il prezzo di copertina del libro per due ragioni: il romanzo mi è arrivato munito di post-it proprio sul prezzo (e non oso toglierli per timore di eventuali buchi) e su internet circolano prezzi esorbitanti in quanto questo libro è praticamente introvabile. Vi terrò aggiornati.
Edizione: Flessibile
Anno di pubblicazione: 1999
Numero di pagine: 293










Non vi parlo nuovamente della trama in quanto, essendo tratta dalla sceneggiatura del film, è esattamente identica a quella sovraesposta.
Ho apprezzato l'idea di mantenere intatta la natura stessa del film e, per di più, ampliarla: l'inizio del film viene rispiegato nel romanzo con maggiore minuzia di dettagli e, anche nel corso della storia, le antiche usanze vengono riproposte in maniera molto più approfondita.
Caso vuole, però, che questo ampliamento di dettagli abbia portato l'autore a dei tagli netti per quanto riguarda dialoghi che rendevano il film davvero esilarante.
Posso accettare la cancellazione della scena dell'ibis (chi ha visto il film può sicuramente capirmi) ma non della mia parte preferita!












Con questa decisione ha perso molti punti, non posso negarlo.
Prima di iniziare la lettura del romanzo, mi sono concessa di leggere qualche recensione dato che, conoscendo il film a memoria, non credevo di poter trovare eventuali spoiler.
Le recensioni inglesi erano quasi sempre super positive (dalle 4 alle 5 stelle) mentre quelle italiane davano molto più a desiderare.
Ho letto che alcune scene erano state eliminate, che la traduzione non era granché e che persino Rick e Evy erano stati rovinati dal punto di vista caratteriale.
Ciò mi aveva spaventato molto ed è per questo che mi sono approcciata al libro con un ulteriore muro di preoccupazioni (il primo era nato al pensiero che il libro era pur sempre tratto da una sceneggiatura, quindi non mi aspettavo granché dallo stile dell'autore).
Per quanto riguarda lo stile, mi dispiace ammettere di aver avuto ragione ma non in maniera esagerata come temevo: Collins ha adottato un tipo di scrittura molto semplice, diretto, che non lascia all'immaginazione. Orribili le scelte di ripetere concetti come “Imhotep gli aspettava nella tomba” o “ma in realtà quello era il sacerdote che si era risvegliato” con tanto di corsivo come se fossimo dei completi idioti.
Avete presente la sensazione di Dora l'Esploratrice che vi chiede se riuscite a trovare la montagna gigantesca proprio alle sue spalle? Ecco, quella era l'atmosfera che aleggiava per quasi tutto il romanzo.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, non ho trovato grandi differenze: certo, il linguaggio di Evelyn era accettabile in quanto adatto all'epoca in cui è ambientata la storia mentre per Rick l'ho trovato troppo cinematografico e banale con i suoi “ehi tesoro” o “bimba”.
Bleah!
Inoltre la loro relazione l'ho trovata troppo precipitosa: anche se le scene erano le stesse, ho trovato i pensieri di entrambi piuttosto banali, riguardanti esclusivamente l'aspetto esteriore, e non il grande amore fatto di piccole scoperte e di rispetto che avevo tanto apprezzato nel film.
Nella versione cartacea, risulta molto più evidente, invece, l'aspetto calcolatore e maligno di Imhotep e non posso non ammettere quanto mi sia piaciuto, forse più dei protagonisti stessi, all'interno di queste pagine.










“Il mio corpo non è più il suo tempio! 



















In maniera definitiva, però, posso dire che mi aspettavo molto peggio da questa trasposizione.
Ho cercato questo libro per anni e quando l'ho trovato in scambio su AccioBooks non ho saputo contenermi dalla gioia! Non me ne sono pentita, anzi.
Credo che, se non avessi conosciuto il film, il libro mi sarebbe piaciuto molto di più, tranne per i dettagli che vi ho spiegato precedentemente, e che probabilmente mi avrebbe spinta a ricercare anche la versione cinematografica.
La domanda, adesso, sorge spontanea ma al tempo stesso banale: libro o film?
Per tutta la vita, io rispondo “film”!
La fotografia, i costumi, l'abilità degli attori hanno reso questa storia unica e coinvolgente come poche e penso che trasportare semplicemente una sceneggiatura non possa replicare le emozioni non solo dei protagonisti ma anche di sta guardando il film!
Anche per questo motivo, ho dato al libro un voto di sole 3/5, soddisfatta ma neanche troppo dalla trasposizione di uno dei film più importanti della mia vita.




Grafica: 5/5. E' un'edizione piuttosto basica, divisa in parti e successivamente in capitoli. La copertina mantiene l'immagine promozionale del film ed avere un bel Brendan Fraser in libreria non mi dà affatto fastidio, diciamo così!
Prezzo: //
Traduzione: 4/5 . Sono certa che il linguaggio un po' banale non sia che una corretta trasposizione dalla lingua originale quindi non voglio stare a lamentarmi troppo però avrei preferito avere maggiori delucidazioni riguardo alcuni termini o frasi all'interno del romanzo.



E la doppia recensione è finita.
Spero vi sia piaciuta!
Credetemi se vi dico che parlare di un film che ho amato, e che amo, così tanto è stata per me un'impresa non difficile ma difficilissima!
Mi auguro ugualmente che siate rimasti soddisfatti dalle mie parole, di aver reso omaggio a questo caposaldo della mia infanzia, e che, soprattutto, ciò che ho detto vi inciti a guardare questa pellicola meravigliosa.
Prima di andarmene, però, volevo porvi una domanda: avete visto l'ultimo film de “La Mummia” con Tom Cruise? Cosa ne pensate?
Oppure avete fatto finta che niente di tutto ciò fosse successo (come me) e avete deciso di rimanere fedeli alla trilogia originale?
Vi auguro un buon proseguimento di serata e, soprattutto, delle meravigliose letture!
Sciao!




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