Recensione "It"


Titolo: It
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 21,90 euro

Buongiorno readers e buona domenica!
Come avete sfruttato quest'ora di tempo in più che ci è stata concessa?
Io, sinceramente, l'ho usata per dormire (come al solito ahahahah)!
Non perdo, però, ulteriore tempo e vi parlo del penultimo libro che ho letto, che comprai più di un mese fa e che mi rifiutai di mostrarvi perché sarebbe stata la mia lettura segreta per la #Horrorweek (se non sapete di cosa sto parlando, vi invito a passare nella mia pagina instagram @365_livesofbooks).
Si tratta, come avrete capito dal titolo, di “It” 🎈.
Tutti lo conoscono, tutti ne sono terrorizzati e tutti lo stanno leggendo, adesso, per l'uscita del remake al cinema.
Non vi mentirò, anch'io l'ho comprato principalmente per poi vedere i due film (l'originale del 1990 e il remake del 2017) senza lasciarmi spaventare dall'imprevisto, dalla non conoscenza.
Avevo già da tempo l'intenzione di comprare questo libro ma l'uscita di un nuovo film è stata la spinta determinante che mi ha portato a comprarlo non appena l'ho visto.



Non perdiamoci in chiacchiere e chiariamo subito il primo punto: “IT” NON PARLA DI UN PAGLIACCIO ASSASSINO.
So che il film originale può farci pensare questo già dal titolo ma quella del pagliaccio Pennywise non è che una delle tante forme prese da It, scopriremo fin da subito nel libro, il quale non è altro che un'entità misteriosa che agisce come uno specchio: riflette le paure più profonde e sincere e le sfrutta per nutrirsi delle sue vittime.
Quella di Pennywise è la forma che più spesso viene in contatto con i bambini che vengono uccisi a Derry, la quale non è semplice ambientazione del romanzo bensì sua stessa protagonista, perché i colori, la risata squillante, i modi buffi e i palloncini non sono che il modo più facile per incuriosire dei ragazzini.
È questo che succede a George Denbrough, sei anni, che in un giorno di pioggia decide di uscire col suo impermeabile giallo e la barchetta di carta costruita da suo fratello maggiore Bill.
È una scena cult che tutti conoscono: il piccolo Georgie rincorre la sua barchetta ma, per un caso, la perde di vista e non riesce a raggiungerla prima che questa cada in un tombino.
È allora che avviene l'incontro con It.
Inizialmente titubante, il bambino viene però intrappolato nell'inganno dell'entità che, alla fine, lo uccide.



Questa non è che la prima, e più corposa, linea temporale del romanzo: è il 1958 quando sette ragazzini, per sfuggire alle angherie dei bulli o forse per un destino molto più grande di loro, creano il gruppo dei “Perdenti”, uniti non solo per difendersi da Henry Bowers e i suoi amici, ma anche perché, in un modo o nell'altro, tutti loro sono entrati in contatto con It.
Loro sanno che quest'entità non è un semplice essere umano e che vive sotto la loro stessa città, in una rete di gallerie che nessuno è mai riuscito a mappare per intero nel corso degli anni.
Come detto in precedenza, Derry, una città situata nel Maine, è la vera protagonista del romanzo di Stephen King.
L'elemento più spaventoso, infatti, non è la mutevole forma che It assume per attrarre le sue vittime, ma, a mio parere, la stessa popolazione che abita la cittadina e che, malgrado il modo crudele in cui è stata colpita, non agisce, non si smuove, non fa nulla per evitarlo se non ordinare un coprifuoco.
Nonostante siano spaventati, però, il gruppo dei Perdenti (composto da personalità diverse e allo stesso tempo perfette per stare insieme) inizia ad indagare sulla vera natura di It e sul modo di sconfiggerlo.




La seconda linea temporale affrontata da King è quella del 1984-1985: i ragazzi del gruppo dei Perdenti, ormai cresciuti, vengono richiamati da uno di loro, Mike, unico componente del gruppo rimasto a Derry: It è, infatti, tornato dal suo sonno e il gruppo deve ritornare per tener fede ad una promessa fatta da ragazzini.
Qualcosa di strano, però, ha colpito i membri del gruppo e nessuno di loro ricorda né Derry né tanto meno le azioni che li hanno portati a vincere contro l'entità una prima volta.
Sanno solo che devono mantenere quella promessa anche se, così facendo, dovranno lasciare, forse per sempre, la nuova vita che sono riusciti a costruirsi al di fuori di quella città “maledetta”.
Al ritorno a Derry, però, l'incubo ricomincia: i ricordi iniziano a tornare e, così, anche la minaccia di It diventa più prepotente e letale.
Già allora sapevano che forse non avrebbero avuto una seconda possibilità per sconfiggere It ma, in un modo o nell'altro, hanno avuto questa seconda chance.
La battaglia finale è vicina e It ha nuove paure da sfruttare, nuove carte da giocare.
E non è disposto a perdere una seconda volta...



Dopo avervi proposto una trama generale della storia, devo ammettere che questa recensione è scritta sul momento, dopo tre giorni di pensieri e riflessioni a riguardo.
Dopo 1200 pagine, posso dire che la lettura di “It” è stata travolgente ed inaspettata.
Ci sono stati dei punti che ho trovato noiosi ma Stephen King è noto per le sue descrizioni infinite e coinvolgenti che, nonostante tutto, mi hanno fatto sentire parte integrante della storia.
La narrazione non risulta pesante e, anche dopo le mille pagine, non mi ha fatto mai sentire la necessità di intervallare la lettura con altri libri.
Anzi, il contrario!
It” mi ha sorpresa, mi ha trascinato fino all'ultima pagina, facendomi sentire in colpa quando non raggiungevo le mie solite cento pagine giornaliere.
Lo stile è limpido, non nasconde niente.
Stephen King parla in maniera chiara, dice tutto o non dice niente.
Da apprezzare, poi, è lo stile camaleontico dell'autore che, in base al punto di vista trattato, è stato in grado di modificarsi, di cambiare il linguaggio, il modo di pensare e riflettere.
Ho apprezzato notevolmente le storie dei setti protagonisti ed in special modo quella di Eddie, ipocondriaco a causa del carattere apprensivo della madre, Richie, il simpaticone del gruppo che spesso ha risollevato alcune scene “noiosette”, di Beverly (anche se non ho capito del tutto il suo modo di “salvare” i componenti del gruppo nella prima linea temporale o il perché) e di Bill che, nonostante il desiderio di vendetta nei confronti di It, si è dimostrato maturo ed un ottimo capo per il gruppo.
Sono stata davvero contenta che King abbia affrontato tanti temi nel corso delle 1200 pagine oltre che all'importanza dell'amicizia. Troviamo infatti trattati la psicologia del bullo, la violenza sulle donne, la cecità che spesso attacca i membri di una comunità quando le cose non vanno nel verso giusto.
Quello di Stephen King è, a mio parere, un vero e proprio capolavoro.
Anche se non mi ha lasciato una vera e propria sensazione di paura, l'autore è stato in grado di angosciarmi e di farmi riflettere più volte nel corso della lettura.
Mi sono guardata più volte attorno, nell'oscurità, cercando di non vedere gli inquietanti occhi gialli di un incubo che mi stava aspettando in silenzio.
Detto ciò, posso dire che il voto finale che ho dato ad “It” è di 4/5⭐.
Consiglio la lettura di questo libro soprattutto a chi pensa di poter aver paura perché è proprio questo uno dei messaggi più importanti lasciati dal libro: affronta le tue paure ma non lasciarle andare. Trova il coraggio in te stesso perché le tue paure di rendono forte.

La recensione è finita, spero che vi sia piaciuta!
Andrete a vedere il remake al cinema? Oppure l'avete già visto?

Quanti di voi hanno deciso di leggere prima il libro? 

Commenti

  1. Ciao carissima! Ti ho nominato ai Blogger Recognition Award!♥ http://lalibreriadibeb.blogspot.com/2017/11/blogger-recognition-award.html

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  2. Grazie mille per la nomination! Passerò sul tuo blog quanto prima per dare un'occhiata <3

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